scuole coraniche a Djenné

Lunedì pomeriggio a Djenné

Quello che impressiona di più a Djenné, oltre alla moschea di fango, è il numero delle scuole coraniche.

Le scuole coraniche a Djenné sono ovunque. C’è chi dice quaranta e credo sia una stima prudente. Il pomeriggio del lunedì, giorno di mercato e di vacanza scolastica, lente cantilene si levano da ogni angolo. Acerbe voci di fanciulli leggono su tavolette di legno i brani del Corano che il maestro ha scritto per loro. Sono seduti all’ombra dei pochi alberi, di fronte ai portoni, anch’essi di fango mescolato a paglia, mentre i loro compagni più grandi, sono ospitati nelle fresche stanze delle madrase.

Fuori ad aprile la temperatura supera volentieri i 40°.

L’aria è immobile ma la polvere si alza comunque, la stagione delle piogge è lontana. Almeno quanto il significato di quei segni astrusi tracciati con elegante calligrafia sul legno chiaro. Questi piccoli maliani ripetono all’infinito la loro tiritera ricambiando il mio interesse.

Ernest, la mia guida, originario del Burkina Faso e convinto animista.

Scuote la testa. <> sentenzia <<perché saranno complicati come i loro genitori>>, e nel suo stentato italiano “complicati” sta per incomprensibili, non socievoli, emarginati, anche se pare difficile vista la grande moschea che ancora oggi domina fisicamente e idealmente la città.

Ma Djenné non è il Mali.

E poi Ernest non è una delle menti più aperte del suo paese, infatti tutto ciò che non è animismo gli risulta di difficile comprensione. Figuriamoci le scuole coraniche di Djenné.

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