Pampa, Argentina

Pampa, la terra senza alberi

Nelle sconfinate praterie della Pampa sorgono improbabili castelli, sontuose dimore palladiane, cottage inglesi e case pompeiane.

Sono le eclettiche residenze degli estancieros giunti da tutta Europa tra Otto e Novecento per coltivare questa terra ricca e ospitale. La Pampa la terra senza alberi è immensa, una sconfinata pianura appena movimentata da dolci ondulazioni, che comprende la regione omonima, quella di Buenos Aires e parte delle province di San Luis, Cordoba e Santa Fe. Pampa significa “terra senza alberi” e non a caso quei pochi che si vedono oggi sono stati in buona parte piantati dai proprietari delle estancias: le locali, immense fattorie.

Le estancias coloniali, così come si possono vedere ora, sorsero a partire dalla seconda metà del Settecento soppiantando i primi insediamenti che dovevano rassomigliare più a fortini che a residenze.

La molteplicità degli stili è dovuta alla composizione cosmopolita della popolazione che è notoriamente costituita da emigranti provenienti da tutta Europa e specialmente dal nostro paese. Così, accanto a castelli con torrini cilindrici e tetti d’ardesia di ispirazione francese, si trovano cottage di stampo anglosassone, ville pompeiane e citazioni del Palladio in una mescolanza di riferimenti e accenti che, prescindendo da qualunque considerazione di ordine climatico, spazia in fantastiche e bizzarre composizioni. Il giardino, o meglio il parco, nella Pampa assume un’importanza fondamentale: innanzi tutto è simbolo di prestigio per la sua inusualità poi contribuisce a isolare il casco dagli altri locali produttivi e a offrire refrigerio nelle calde estati.

Ancora oggi i gauchos – i locali cow boy – cavalcano i docili criollos sulle ampie monte all’americana rincorrendo le numerose mandrie tra pozzi a vento e antenne radio.

E al tramonto, quando il gracchiare dei tero-tero si è dileguato nella leggera brezza e il silenzio non può più essere interrotto nemmeno dal rombo dei Piper degli estancieros, la Pampa è tutta loro, che silenziosi come un’ombra l’attraversano.